Google+

giovedì 23 gennaio 2014

Recensione: Saffo - Gianluca Paolisso

Un cenacolo di sole donne, il Tìaso, istituito dalla divina Saffo per educare le fanciulle al futuro matrimonio e al culto delle Muse, con recitazione di poesie accompagnate da canti, discussioni sull'amore e sulla sua potenza, danze coreografiche. Un elegante circolo di fanciulle desiderose di accogliere gli insegnamenti della poetessa di Lesbo, di imparare i segreti di Eros, fiera dolce e amara, indomabile, scioglitore di membra. 

Saffo, maestra indiscussa, nutrice che insegna a scoprire "la naturale capacità di provare emozioni", accoglie nel suo circolo giovani aristocratiche, non dà ordini, non usa filtri,  non oppone resistenza: l'unica regola è aver amato e amare, avere un cuore gentile, predisposto a comprendere le melodie di un arpeggio, la delicatezza di un verso, ad accogliere Eros,  perché "in cor gentil rempaira sempre amore".



Ci vuole coraggio, a scrivere un romanzo su una delle figure più misteriose - e insieme amate - dell'antichità.
Coraggio e un pizzico di furbizia, perché in parecchi passaggi Paolisso - dimostrando una grande cultura e soprattutto un grande amore per essa - sollecita l'autocompiacimento del lettore, che istintivamente riconosce la citazione, i versi inseriti all'interno della prosa.
L'autore costruisce, attraverso i frammenti che ci sono pervenuti, una sorta di biografia di Saffo, poetessa famosa soprattutto per il Tìaso, la scuola da lei istituita per le giovani aristocratiche.
Più che la poetessa, l'autore ci presenta la Saffo "donna", della quale sappiamo tanto poco. All'interno del racconto, inserisce elementi, riferimenti, frasi che  rendono la vicenda - raccontata - di Saffo quanto mai attuale.
Con serenità, senza giudicare, senza scivolare nella morbosa attenzione per i particolari, che toccando certi argomenti è sempre dietro l'angolo, l'autore parla di una Saffo innamorata, innamorata di un'altra donna.
Forse per la prima volta viene così squarciato il velo di ipocrisia che ha sempre circondato questa figura, arrivando a negarle la vita sessuale e amorosa propria di una donna, relegandola al rango di sacerdotessa di un mondo del quale la tradizione ci ha consegnato poche testimonianze.
Anche gli altri personaggi che circondano Saffo sono straordinariamente umani, e anche il mancato riconoscimento, nel finale, di una verità, ci riporta a un quadro sociale e umano che è profondamente nostro, e che non possiamo far altro che, a denti stretti, accettare. Perché tutti noi, come Saffo, siamo incapaci di accettare una macchia sull'amato /amata.

Lo stile del racconto è preciso, corretto, elegante. Scorre fluido, mescolando con attenzione frammenti di Saffo alla vicenda, senza sottolinearli eccessivamente. All'inizio, mi disturbavano leggermente i dialoghi, quelle frasi così colloquiali inserite in una cornice così curata, ma dopo poco mi sono abituata, e risultano perfettamente coerenti con la scelta di raccontare la vita di una donna che potrebbe, in fondo, essere una nostra contemporanea. Perché alla fine è questo che rende i classici - greci e latini - sempre amati e sempre vivi: perché l'uomo (e la donna) nel corso dei secoli sono sempre stati e saranno sempre quelli, con i loro sentimenti e le loro emozioni.

Un sentito grazie va a Karta Edizioni, che mi ha fornito l'ebook da leggere e recensire.

Nessun commento: