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mercoledì 3 dicembre 2014

Recensione: "La mia musica nel silenzio" - Andrea Pontiroli

Sinossi (da Ellera Edizioni): Tommaso ha un dono, anche se lui non l’ha mai chiesto: suona il violino come nessun altro. Per questo sua madre, a poco più di dieci anni, lo manda a vivere a Parigi, per studiare con uno dei più grandi violinisti del mondo. Lì, nella famiglia francese che lo accoglie, trova Xavier, suo coetaneo e violinista a sua volta, di cui diventa quasi un fratello: da quel momento la vita dei due sarà segnata da una condivisione totale delle esperienze. L’amicizia e la complicità resisteranno a una rivalità crescente, fino a quando Tommaso non comincerà la sua formidabile ascesa di violinista, che lo sradicherà da Parigi ma che non intaccherà il legame con Xavier. A rompere l’equilibrio sarà l’arrivo di Marianne, che scompiglierà la loro vita, fino alle più estreme conclusioni.
Una storia affascinante e piena di pathos che ci porta per mano nel mondo della musica classica e nella mente di un giovane prodigio, tra Milano, Parigi e New York.


La mia musica nel silenzio è il secondo romanzo appartenente alla collana Letteratura italiana sommersa della giovane casa editrice Ellera Edizioni.
Il romanzo racconta la storia della grande amicizia tra Tommaso e Xavier e l'ascesa di Tommaso che si trova, quasi senza accorgersene, a essere uno dei violinisti più famosi del mondo.
Si potrebbe parlare di romanzo di formazione, ma mi trattengo. Sia perché rifuggo le etichette, sia perché La mia musica nel silenzio non è solo, e non esattamente, questo. Assistiamo, sicuramente, alla crescita dei due personaggi principali, ma in un certo senso a maturare in maniera attiva, consapevole, è solo Xavier: Tommaso sembra lasciarsi vivere. A proposito di Tommaso, mi viene spontaneo usare un'espressione di Chiara Gamberale che amo molto: egli vive sottovuoto. Come se fosse, costantemente, in balia degli eventi, incapace di decidere, di pensare, di esprimere il proprio parere o anche solo di averne uno, sempre sull'orlo della depressione.
Anche per quanto riguarda il suo rapporto con la musica, la consapevolezza di cosa significhi per lui il violino sembra arrivare tardi.
Tommaso è conscio di non essere un ragazzo come gli altri, di non poter avere una vita normale, e forse non la vuole nemmeno. Io, che spesso mi accorgo di trascorrere giornate intere sottovuoto, mi sono spesso interrogata nel corso della lettura su cosa sia la normalità, se esista davvero.
Il romanzo prende un'altra piega quando Tommaso conosce Marianne, la compagna di Xavier: non voglio addentrarmi troppo nell'analisi, il rischio di fare spoiler è davvero alto. Posso solo dire che oltre al tema della musica, e dell'amicizia, in questo romanzo è affrontato un argomento interessante: è possibile, per una donna, amare due uomini contemporaneamente?
è possibile che l'amore e l'amicizia siano più forti di ogni avversità?
Il rapporto tra Tommaso e Xavier è sempre ambiguo, difficile. La rivalità tra i due esiste, è palpabile: ma può l'amore fraterno essere più forte della rivalità, del tradimento? Può soffocare l'odio sul nascere? Possono due persone così unite vivere una senza l'altra?
L'epilogo è commovente, mozzafiato, e per nulla scontato, anche se - riflettendoci - è l'unico davvero possibile.

Il romanzo è scritto bene, con una cifra stilistica chiara e riconoscibile: l'autore è in grado di padroneggiare linguaggi diversi, e quello ossessivo e martellante che usa quando ci troviamo dentro la testa di Tommaso è magistrale. Non vi è niente di insufficiente in questo romanzo: tutto è sviscerato con precisione, e arrivare all'ultima pagina ti lascia un senso di vuoto e tante domande: questo, per me, è quello che deve darti un buon libro.
Un piccolo difetto, a parer mio,esiste: è leggermente troppo lungo. Qualche pagina in meno l'avrebbe reso ancora più incisivo.

Piccola chiosa: ho parlato di "cifra stilistica chiara e riconoscibile". Anche il primo romanzo appartenente alla collana Letteratura italiana sommersa, La scomparsa di Massimiliano Arlt, era così: particolare, insolito, non scontato, non accostabile ai troppi - purtroppo - esordi tutti simili che spesso ricevo in lettura. E il merito è tutto di Ellera Edizioni, che per adesso mi sembra che sappia scegliere molto bene.

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