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domenica 24 aprile 2016

Recensione di "Le anime bianche" di F. H. Burnett

Fonte: http://panesiedizioni.it/wp-content/uploads/
2016/01/Le-anime-bianche-F.H.Burnett.jpg
Sinossi (da Amazon): Ysobel è una ragazzina timida e minuta che non ha mai conosciuto i genitori e vive, assieme ai tutori Jean Braidfute e Angus Macayre, in un castello dall’aspetto austero immerso nella desolata brughiera scozzese. Fin dall’infanzia, la bambina mostra di essere dotata di un particolare “dono” che la rende diversa da tutti gli altri bambini; ella ha il “potere di vedere oltre le cose” e di entrare in contatto con le anime dei defunti, ormai libere dalle sofferenze e dalle paure dell’esistenza. 

Come tutti i bambini - lettori, ho amato Il giardino segreto, Il piccolo Lord e La piccola principessa.
Quando ho saputo della traduzione italiana de Le anime bianche mi sono precipitata ad acquistarla.
Si tratta di un racconto lungo, o romanzo breve, nel quale l'autrice esprime le sue convinzioni su ciò che ci attende dopo la morte: al Burnett ha qui cercato di elaborare il lutto per la perdita di suo figlio, facendo emergere una visione della vita affascinante e consolatoria.
Ci sono parecchi punti di contatto tra Le anime bianche e Il giardino segreto: Ysobel è, come Mary, cresciuta nell'isolamento, e la brughiera è una presenza importante, incombente. Se però per Mary era un elemento di disturbo, per Ysobel è quasi una compagnia. E' lì che può succedere di tutto, ed è sicuramente grazie a questo ambiente così magico che Ysobel sviluppa la sua capacità di vedere le anime bianche, capacità che la aiuterà a sopportare con coraggio il dolore per la perdita di chi ama.

E' opera vicina al romanzo gotico, che non racconta ma fa trasparire e percepire la magia. Non perdetevela!

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